GSe, Grand Sport Electric: da oggi sarà questa la sigla che identificherà le nuove Opel ibride ed elettriche più sportive. La prima ad arrivare sul mercato è la Astra con un kit estetico specifico e, sotto il cofano, il motore ibrido plug-in da 225 CV.
Per provarla sono volato in Spagna, sulla bellissima strada collinare che collega Malaga a Ronda. Come va? Potete leggere qui sotto o cliccare sul video in copertina!
Inutile girarci intorno: oggettivamente la nuova generazione di Opel Astra è stilisticamente molto riuscita, con un design muscoloso e squadrato che la distingue da qualsiasi altro modello sul mercato. Questa variante GSe si riconosce da alcuni dettagli, da un kit estetico specifico che la rende ancora più aggressiva mantenendone inalterate proporzioni e dimensioni: è sempre lunga 4 metri e 37 circa, larga 1 e 86 e alta e 1 e 47.
I cerchi in lega da 18" sono ispirati a quelli della concept Manta del 2021, sono nuovi i paraurti anteriore e posteriore e sul lato destro del portellone fa capolino il logo GSe in bella mostra.
All'interno, le ambizioni sportive sono evidenziate dai sedili in Alcantara certificati da AGR e dotati di funzione di riscaldamento con il logo GSe in evidenza subito sotto il poggiatesta. Sono comodi e contenitivi anche se il passeggero potrebbe aver bisogno di un minimo di supporto in più nella guida più impegnata.
Per il resto, la configurazione dell’abitacolo è quella della Astra standard, razionale e senza fronzoli, con tanti vani portaoggetti e la giusta dose di tecnologia data dal doppio schermo da 10” di strumentazione e infotainment e dall’head up display proiettato direttamente sul parabrezza, grande, colorato e sempre nitido nella lettura.
Le principali novità di questa Astra GSe però non si vedono e riguardano l'assetto, lo sterzo e i freni che sono stati tarati per essere più incisivi e per rendere questa Astra più bella da guidare. Questi aggiornamenti si percepiscono chiaramente, a cominciare dall'assetto che è stato irrigidito del 10% e abbassato di 1 cm. Sono stati sostituiti anche gli ammortizzatori che ora sono dei Koni con tecnologia FSD, a smorzamento variabile di frequenza.
Gli ammortizzatori si adattano in totale autonomia - non c'è bisogno di cambiare modalità di guida - riuscendo a rendere la macchina più confortevole quando la strada è sconnessa, più rigida invece quando è liscia aprendo e chiudendo una valvola per regolare il flusso d'olio all'interno.
Rispetto all'Astra standard, la macchina è più stabile in curva, ha meno rollio, anche se si avverte un minimo di trasferimento di carico che però serve sempre per garantire più grip. Questo assetto esasperato - considerando che non si tratta di una hot hatch - è supportato alla grande dagli altri due elementi su cui gli ingegneri Opel sono intervenuti: lo sterzo mi ha stupito perché è molto preciso, è pesante il giusto ed è anche lineare e progressivo. In più non ha vuoti al centro per cui è sensibile anche ai piccoli angoli volante.
Per quanto riguarda il freno è stato fatto un buon lavoro perché a differenza di altre auto ibride non si avverte il passaggio tra frenata meccanica e rigenerativa e il pedale ha una corsa corta ed è ben modulabile. Sotto il cofano c'è un benzina 1.6 da 180 CV abbinato a un elettrico da 110 per una potenza complessiva di 225 CV. La trazione è anteriore e a gestire il tutto c'è il cambio automatico EAT8 a 8 rapporti. Peccato solo per il feedback delle palette dietro il volante che è plastico, perché per il resto il cambio si comporta bene in quasi tutte le situazioni.
Predilige ovviamente una guida fluida e rilassata, contesto in cui sia in salita di marcia che in discesa riesce a essere dolce e praticamente impercettibile. Alzando il ritmo alla guida fa un po’ più di fatica soprattutto nel valutare quando scalare, problema però a cui si può cercare di ovviare sfruttando la modalità manuale (anche se non dopo un po’ da solo torna in automatico) e giocando d’anticipo fidandosi dell’assetto, frenando di meno per non perdere velocità in percorrenza e sfruttare la coppia in uscita senza accelerazioni esagerate.
In queste condizioni, il nuovo assetto Koni si è dimostrato veramente efficace, purtroppo limitato dalle gomme dell’esemplare che ho provato, più votate all’efficienza che alla prestazione. Sarebbe in grado di poter addomesticare molti più cavalli dei 225 di questa configurazione, ma chissà se in futuro potrà essere data una possibilità al powertrain da 300 CV a trazione integrale con doppio motore che già viene utilizzato sui SUV ibridi plug-in di Stellantis. Tempo al tempo, sta di fatto che allora sì che potrebbe essere considerata una vera hot hatch.
La nuova Opel Astra GSe è già ordinabile nelle concessionarie ad un prezzo di partenza di circa 48 mila euro sconti e incentivi esclusi. Le prime consegne partiranno da primavera 2023. Per quanto riguarda la dotazione, di serie ci sono i cerchi da 18 e accessori utili come il climatizzatore bizona, il pacchetto completo di ADAS, i sensori perimetrali con le telecamere a 360°, la ricarica ad induzione per lo smartphone e sedili e volante riscaldati. Volendo può essere ancora integrata con il tetto apribile, i fari a matrice di LED e l’head up display a 1.000 euro ciascuno.
Se la 5 porte fosse troppo piccola e vi servisse più spazio, anche la Astra station wagon e il SUV Grandland possono essere scelte in versione GSe. La prima con la stessa configurazione della hatchback da 225 CV da circa 1.000 euro in più, la seconda, più potente da 300 CV e con doppio motore elettrico, da 55 mila.